giovedì 13 dicembre 2012

"Galvanoterapia in quattro quarti" - Il mio nuovo, doppio romanzo!

In tutti questi anni, inutile stare a girarci intorno, tanto la mia vita quanto la mia carriera di scrittore, sono trascorse nell’indifferenza generale.

Così era dieci anni fa, quando, il 13 dicembre 2002, completai il mio terzo romanzo, “GT {Galvanoterapia}”. Ero svuotato di energie ed entusiasmo, nessuno ne voleva sapere di me né delle cose che scrivevo, che a me parevano così belle e ricche di qualità e passione. Avevo deciso di piantarla lì e non scrivere più, soprattutto per risparmiarmi rifiuti, silenzi, amarezze e incazzature. Poi, invece, ho ripreso a scrivere e ad incamerare rifiuti, silenzi, amarezze e incazzature. Quando si dice perseverare diabolicum…

Oggi, sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it ho pubblicato un nuovo romanzo. Un doppio romanzo. Si chiama “Galvanoterapia in quattro quarti” e, come il titolo suggerisce, presenta due ulteriori capitoli di un racconto iniziato proprio in quegli ultimi giorni del 2002, e proseguito nel 2006, con la riscrittura di “GT {Galvanoterapia}” e l’aggiunta di un testo inedito, noto semplicemente come “Galvanoterapia” e ristampato in digitale nel settembre 2011.

Il primo volume di questa nuova raccolta è stato scritto tra settembre 2007 e luglio 2008, mentre il secondo risale allo scorso gennaio, quando, in appena diciassette giorni, andavo a completare un testo inedito dopo oltre tre anni di sterilità artistica, mentre la stesura di “Posta da far male” annaspava pericolosamente, e solo a maggio ne sarei venuto a capo.

Nei miei scritti ho sempre parlato di me narrando storie di altri. Di contro, nella saga di “Galvanoterapia”, la figura del protagonista è pedissequamente ricalcata su quella del suo creatore, e rispecchia in totale fedeltà il percorso esistenziale che ho affrontato nel corso degli anni: dall’irrequietezza post–adolescenziale del 2002, passando per le vicissitudini, sempre tormentate ma affrontate con più distacco e leggerezza, del periodo 2006–2008, fino alla parvenza di maturità che ritengo d’aver raggiunto in quest’inizio di decennio.

Tutto ciò, mettendomi pesantemente in gioco, specie a livello emotivo, giacché, viceversa, le vicende raccontate nei quattro romanzi sono per lo più frutto di fantasia.

Resto convinto che uno scrittore debba comunque restare “dietro” e non sovrapporsi alle proprie creazioni. Non ho mai voluto essere il protagonista dei miei romanzi, preferisco raccontare storie, e se possibile comunicare emozioni a chi le legge. Nello specifico, i vari episodi di “Galvanoterapia” sono uno spaccato di vita, non necessariamente la mia, e hanno una loro forza vibrante ben al di là di una “autobiografia del nulla” che chiunque potrebbe pastrocchiare sulle proprie elucubrazioni, senza imprimervi alcuno spessore artistico.

Anthony Cubizzari è un personaggio interessante, complesso, in un moto perpetuo alla ricerca di qualcosa, e l’universo che in un certo senso gli ruota attorno è altrettanto ricco di sfumature e curiosità. È una figura che vive di luce propria in un contesto narrativo credibile, non il frutto delle seghe mentali dello sfigato di turno che si trastulla sul suo blog condominiale.

Al solito, “Galvanoterapia in quattro quarti” è liberamente scaricabile con licenza Creative Commons. Se qualcuno avrà voglia di leggerlo, ne sarò felice. Se altresì perdurerà l’indifferenza, beh, ormai ci sono abituato e peraltro ho smesso già da parecchio di curarmene, non è più un problema mio. I conti con la mia coscienza li ho fatti. Da questo punto di vista almeno, sto bene.

Devo ricordarvi che sono il più grande scrittore vivente? Tutto il resto conta il giusto.