martedì 12 ottobre 2021

“Scritti post vitam” 1996 – 2021 (testo inedito)

Nell’autunno del 1996 portavo a compimento il mio esordio “Scritti post vitam”, scombiccherata accozzaglia di prose e poesie (!), le une e le altre abbondantemente malriuscite. Questi miei primi tentativi sono rimasti provvidenzialmente inediti, fatte salve alcune poesie (ahi ahi ahi!).

A distanza di venticinque anni, pubblico un testo scritto all’uopo in questi giorni che si rifà all’invito alla lettura con cui inauguravo il lavoro.

Mi pare un buon modo per chiudere il cerchio su un’esperienza nata con l’ambizione di svelare al mondo il più grande scrittore vivente, sull’onda di una passione travolgente e di tanti sogni di gloria (tutti miseramente infranti), con la consapevolezza dell’imponente lascito artistico creato lungo un percorso di costante miglioramento e maturazione grazie a un’indomabile volontà di mettersi sempre in discussione.

Se ci sarà, alla prossima!

 


Scrivo per te, Lettore (“lettore” è un termine onnicomprensivo che abbraccia generi e numeri; ergo non sperate di vedermi usare quei cazzo di asterischi). È così oggi come venticinque anni fa, agli albori della mia carriera di scrittore, allorquando ero fermamente convinto che avrei lasciato un segno nella storia della letteratura e mi accingevo a redigere un preambolo introduttivo, cosa che sto facendo anche in questo frangente.

Se mi guardo indietro, ai miei inizi e a tutto ciò che è venuto dopo, noto un sacco di cambiamenti come pure vari motivi ricorrenti.

Quello sfrontato senso di sfida che impregnava (anche troppo!) i miei primi passi, non è mai venuto meno. Chiaro, è presente in forme assai diverse e talvolta divergenti, ma se mi hai seguito in questi anni, dovresti riuscire a scorgerlo senza eccessiva difficoltà.

Ancora adesso, ad esempio, posso raccontarti di una visione onirica che mi ha spinto a redigere un tributo al mio passato remoto. Non più il decrepito ed evanescente vegliardo apparsomi venticinque anni fa, bensì un robusto ragazzone quasi maggiorenne che prende vita dalle poche foto scattatemi in quel periodo.

Costui mi irride, dice che se non ne sono stato in grado ai tempi d’oro (in sogno non obietto, ma razionalmente non ho la più pallida idea di quali siano questi “tempi d’oro” cui fa riferimento), figuriamoci oggidì. È cinico e sprezzante, forse per mascherare la sua insicurezza e il sentore cataclismatico di fallimento incipiente. Io sto ad ascoltarlo, intontito ma abbastanza pacificato rispetto alla proiezione.

“Non hai scampo”, mi preconizza. “Ti attendono venticinque anni di sofferenze e sciagure, e non sarà mica finita lì. Ma questa è un’altra storia. Restiamo sul pezzo. Puoi ancora rimediare. E hai tre opportunità a tua disposizione.”

“O sposto una chiesa, o vo in Perù, o vinco al Totocalcio?”, provo a fregarlo io, recuperando un minimo di compostezza e disincanto pur nella goffaggine di chi sta sognando.

“Non fare il furbino”, mi ammonisce con la mia stessa voce, tuttavia declinata in una sorta di lugubre cantilena.

Purtroppo al risveglio ricordo molte meno cose rispetto a quand’ero più giovane, e anche stavolta è tutto piuttosto confuso e non ho colto le tre opzioni che mi venivano offerte per emanciparmi dallo sfacelo.

Ho pertanto deciso di buttar giù a braccio la presente introduzione, che è al contempo una chiusa finale. Niente colpi di scena a effetto, solo una sfumata dissolvenza che va ad abbuiare quel che rimane. Nel mezzo, dalla primordiale apparizione a queste ultime parole, c’è la mia storia, dipanata in romanzi e racconti che, mai mi stancherò di ripeterlo, ho scritto per te.

mercoledì 24 febbraio 2021

“Rambo apocalisse” – Il mio nuovo romanzo!


Se nel 2020 ho raggiunto il traguardo dei venticinque anni di carriera, nel 2021, cioè adesso, sono pronto a darvi in pasto il mio venticinquesimo romanzo!

Rambo apocalisse” è da oggi liberamente scaricabile sul sito ufficiale del più grande scrittore vivente http://www.ljuboungherelli.it con licenza Creative Commons.

Terzo romanzo di frattura, è forse quello meglio delineato, benché ricoperto dall’usuale patina nebulosa e stratificato mediante svariati livelli di lettura. Storia, fantascienza e attualità convivono all’interno degli scenari narrativi, in primis una palestra dove un esasperato culto della personalità e della violenza è paradigma del degrado sociale e culturale e insieme base fondante per lo sviluppo delle vicende. Le quali prenderanno una piega forse in prima battuta incomprensibile, ma più si va avanti, più l’intreccio si dipana, svelando le oscure connessioni tra i personaggi, le loro storie e la Storia, quella con la maiuscola.

Di prassi, non mi soffermerò sugli aspetti puramente tecnici dell’opera. Ormai ben sapete cosa aspettarvi: perfezione formale e un approccio stilistico che si spinge sempre un passo oltre a ciò che ho prodotto in precedenza. Aspettatevi dunque conferme e al tempo stesso sorprese! C’è piuttosto un altro tema che vorrei trattare in questa sede.

Qualche tempo fa, un noto scrittore cintura nera di karate (sic) ha dichiarato che la disciplina di sua competenza è bella e nobile, mentre le arti marziali miste andrebbero vietate in quanto istigherebbero i suoi praticanti a una cattiva condotta. Da appassionato di MMA, provo enorme fastidio al cospetto dei moralisti che strumentalizzano fatti di cronaca per gettare fango su uno spettacolo di elevatissimo livello sportivo, in cui vige supremo il rispetto per l’avversario… altro che brutalità allo stato brado. Ricordo analoghe sciocchezze esternate ai danni di videogiochi e musica (altre due mie passioni, una ormai sfiorita, l’altra sempre ardente); più in generale, la longa manus del politicamente corretto cerca di inficiare il mondo dell’arte: sedicenti giudici, autonominatisi dall’alto di non si sa bene quale autorità, pretendono di dettare regole riguardo a cosa si può e soprattutto non si può dire e a come bisogna dirlo. Ebbene, sono felice di affermare che “Rambo apocalisse”, con le sue feroci esplosioni di violenza che ammicca a episodi tra i più nefasti della Storia di cui sopra, è un romanzo profondamente diseducativo, se così vogliamo vederlo. Per me è ben altro, ma se i dettami dell’appiattimento obbligato lo bolleranno a tale stregua, ben venga. La riterrò una medaglia al merito! Buona lettura!