Se nel 2020 ho raggiunto il traguardo dei venticinque anni di carriera, nel 2021, cioè adesso, sono pronto a darvi in pasto il mio venticinquesimo romanzo!
“Rambo apocalisse” è da oggi liberamente scaricabile sul sito ufficiale del più grande scrittore vivente http://www.ljuboungherelli.it con licenza Creative Commons.
Terzo romanzo di frattura, è forse quello meglio delineato, benché ricoperto dall’usuale patina nebulosa e stratificato mediante svariati livelli di lettura. Storia, fantascienza e attualità convivono all’interno degli scenari narrativi, in primis una palestra dove un esasperato culto della personalità e della violenza è paradigma del degrado sociale e culturale e insieme base fondante per lo sviluppo delle vicende. Le quali prenderanno una piega forse in prima battuta incomprensibile, ma più si va avanti, più l’intreccio si dipana, svelando le oscure connessioni tra i personaggi, le loro storie e la Storia, quella con la maiuscola.
Di prassi, non mi soffermerò sugli aspetti puramente tecnici dell’opera. Ormai ben sapete cosa aspettarvi: perfezione formale e un approccio stilistico che si spinge sempre un passo oltre a ciò che ho prodotto in precedenza. Aspettatevi dunque conferme e al tempo stesso sorprese! C’è piuttosto un altro tema che vorrei trattare in questa sede.
Qualche tempo fa, un noto scrittore cintura nera di karate (sic) ha dichiarato che la disciplina di sua competenza è bella e nobile, mentre le arti marziali miste andrebbero vietate in quanto istigherebbero i suoi praticanti a una cattiva condotta. Da appassionato di MMA, provo enorme fastidio al cospetto dei moralisti che strumentalizzano fatti di cronaca per gettare fango su uno spettacolo di elevatissimo livello sportivo, in cui vige supremo il rispetto per l’avversario… altro che brutalità allo stato brado. Ricordo analoghe sciocchezze esternate ai danni di videogiochi e musica (altre due mie passioni, una ormai sfiorita, l’altra sempre ardente); più in generale, la longa manus del politicamente corretto cerca di inficiare il mondo dell’arte: sedicenti giudici, autonominatisi dall’alto di non si sa bene quale autorità, pretendono di dettare regole riguardo a cosa si può e soprattutto non si può dire e a come bisogna dirlo. Ebbene, sono felice di affermare che “Rambo apocalisse”, con le sue feroci esplosioni di violenza che ammicca a episodi tra i più nefasti della Storia di cui sopra, è un romanzo profondamente diseducativo, se così vogliamo vederlo. Per me è ben altro, ma se i dettami dell’appiattimento obbligato lo bolleranno a tale stregua, ben venga. La riterrò una medaglia al merito! Buona lettura!
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