In realtà, la storia non inizia nel 2001. Né finisce nel 2011. Ma per una volta, chi se ne frega! Troppo spesso, peraltro a ragione, vengo accusato d’essere eccessivamente pignolo, ai limiti, anzi oltre i limiti della maniacalità. Ecco dunque uno squarcio nell’apparato accusatorio dei miei detrattori, che per inciso, non essendoci granché da detrarre, non sono poi così numerosi (cit.).
Tuttavia, i tempi parrebbero maturi per fare il punto della situazione e guardare avanti, con la consapevolezza di potersi voltare verso il proprio passato senza necessariamente vedere orrore e brutti ricordi.
Quelli ci sono sempre, ci mancherebbe altro. Ma c’è anche una congrua eredità che merita d’esser messa a disposizione di coloro che vogliano fruirne.
Dieci anni vissuti costantemente sull’orlo del baratro. Dieci anni di potenziali colpi da k.o. incassati a ripetizione. Catarticamente, queste ferite mai del tutto rimarginate hanno contribuito alla costruzione di un percorso che, pur essendosi disvelato soltanto a pochi occhi e a pochissimi cuori, non ho dubbi possa risultare significante non ad esclusivo tornaconto del sottoscritto.
Non sono un benefattore dell’umanità né il salvatore della patria. Ho però qualcosa da dare, e lo offrirò a chiunque lo voglia. Non pretendo in cambio soldi o favori; mi accontento di un briciolo d’attenzione. Ma è facoltativa pure quella, non c’è da preoccuparsi più di tanto, non me ne avrò a male se non la otterrò!
A breve, questo schizzo appena abbozzato assumerà le specifiche di un disegno fatto e finito. Perché questi dieci anni non sono trascorsi invano, né se ne sono andati senza lasciare traccia alcuna.
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