martedì 14 gennaio 2020

"Abbracciare la saracinesca" – Il mio nuovo romanzo!

Da tradizione ormai consolidata in tempi recenti, scrivo in estate e pubblico all’inizio dell’anno successivo, ed è ciò che accade anche oggi.

Abbracciare la saracinesca” è il nuovo romanzo liberamente scaricabile con licenza Creative Commons sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it

Questo lavoro sopraggiunge allo scoccare del mio venticinquesimo anno di carriera come scrittore. Eravamo infatti nel 1995 allorché decisi che questa sarebbe stata la mia strada.

Inutile perder tempo con bilanci e propositi di sorta, anche perché, è ampiamente risaputo, le cose non sono andate secondo quelle che, ancora a metà anni Duemila, erano le mie aspettative.

Occupiamoci dunque dell’attualità. “Abbracciare la saracinesca” è il secondo “romanzo di frattura”. Alla pari del precedente “L’urto del gomito”, vive di oscure sottotracce che cercano di essere preponderanti rispetto alla storia principale e a conferirle strati di lettura più profondi e slegati dalle vicissitudini ivi descritte.

Mi sono invero ripromesso maggior trasparenza rispetto all’ingarbugliato esordio di questo mio nuovo ciclo letterario, pertanto sarà forse un poco più semplice penetrare all’interno di trame che anche stavolta girano intorno a ciò che accade oggidì.

Mi sento totalmente realizzato nel portare avanti questo innovativo percorso artistico, che pur rifacendosi a innegabili modelli di riferimento, mi sta permettendo di marchiare un’impronta che reca indelebile la mia firma, con coordinate di stile e di contenuti riconoscibili e attribuibili a me solo.

Così in effetti era già stato in occasione della “periferia esistenziale”, dello “Scream of consciousness” e del “caleidoscopio dell’assurdo”. Rispetto soprattutto ai primi due, va aggiunta la maturità e la facilità nel padroneggiare la scrittura che è inutile enfatizzare ogni volta. Leggete e concorderete con me!

In chiusura, una breve riflessione su ciò che è stato vorrei comunque concedermela. Nel 1995, e più in generale nell’interminabile e turbolento periodo dell’adolescenza, non credevo sarei stato vivo a quarant’anni. Nel 2003 in particolare sono stato pericolosamente vicino a dare conferma a tale convinzione. Adesso che detta soglia anagrafica l’ho superata, con uno stato di salute a livello psicofisico tutt’altro che ottimale ma perlomeno decente, conto di proseguire e consolidare la mia posizione di più grande scrittore vivente. Che siano tre, trecento o trenta milioni di persone ad averne consapevolezza, ormai non mi cambia più di tanto. Magari ne riparliamo tra altri venticinque anni!

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