In maniera totalmente inaspettata, specie per le mie abitudini recenti, sono ad annunciarvi la pubblicazione di un nuovo romanzo!
“Galvanoterapia sei sei sei” è da oggi liberamente scaricabile dal mio sito ufficiale www.ljuboungherelli.it con licenza Creative Commons.
Il sesto volume della saga di “Galvanoterapia”, il secondo lavoro a vedere la luce in questo 2020 (non accadeva dal 2013), il ventiquattresimo romanzo di una carriera che si protrae da un quarto di secolo.
Ora che ho dato i numeri, posso accennarvi brevemente all’opera di cui in oggetto. Per chi ha familiarità con gli altri episodi, non c’è invero moltissimo da dire: in particolare, l’immediato predecessore “Galvanoterapia cinque contro uno” è un attendibile modello di riferimento a livello stilistico nonché di atmosfere e tematiche.
Il personaggio di Anthony Cubizzari esordisce nel 2002, coetaneo del suo creatore allora poco più che ventitreenne. Le successive avventure sono state contraddistinte da una continua evoluzione del protagonista, giunto in quest’ultima occasione alla soglia degli ’anta in una storia che si dipana, con i debiti salti temporali, per tre anni a partire dal 2017. Tre anni contraddistinti dall’evento più clamoroso mai verificatosi nei cinque romanzi che hanno preceduto questo: il ritorno in pianta stabile dei Ritmo Tribale, gruppo preferito del nostro.
Mi pareva dunque quasi un obbligo sfornare un ennesimo capitolo di questo racconto, che ha peraltro il proprio culmine nella drammatica situazione che stiamo vivendo, con la pandemia da coronavirus.
Ecco a grandi linee le coordinate di “Galvanoterapia sei sei sei”, che a dispetto del titolo “satanico” è un lavoro ricco degli ingredienti peculiari della serie: ironia e introspezione, sesso e attualità sociopolitica, romanticismo e rock’n’roll. Credo non scontenterà i fan di questa epopea letteraria.
Per me si è trattato di una sfida con me stesso: dopo un lungo periodo buio, coinciso sostanzialmente con il cosiddetto lockdown, ho voluto mettermi alla prova e scrivere un romanzo in dieci giorni. Quattro li avevo già spesi per buttar giù il piano dell’opera e altrettanti mi sono serviti per correggere le bozze. Se desiderate scoprire gli esiti della mia iperattività delle scorse settimane, non vi servono che pochi clic!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento