E con la nonchalance di chi non ha più nulla da dimostrare, vi annuncio la pubblicazione del mio nuovo romanzo!
“La morte è come sempre” vede la luce oggi sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it donde è possibile scaricarlo liberamente con licenza Creative Commons.
Circa tre mesi fa ho compiuto trentacinque anni. Il fatidico mezzo del cammino di dantesca memoria. Proprio in quei primi giorni di febbraio mi sono messo all’opera. A fine mese ho iniziato a scrivere, ed in meno di quattro settimane il romanzo era pronto! Serve aggiungere altro?
Nel 2001, ho dato il via all’epopea della periferia esistenziale, arricchendola nel corso degli anni con molteplici spunti, in primis il cosiddetto Scream of consciousness. Nel 2008, tutto ciò ha avuto fine.
Credo che l’attuale fase della mia vita di scrittore sia sostanzialmente all’insegna di questo “caleidoscopio dell’assurdo”, rappresentato alla perfezione dal romanzo appena edito. Il filone letterario sul quale mi sto applicando in tempi recenti è infatti contraddistinto da un’apparente mancanza di senso, sia narrativo in assoluto sia consequenziale rispetto alle vicende che costituiscono l’intreccio, dove viceversa abbondano momenti di totale sbandamento, inquietanti episodi che non si risparmiano nulla: splatter, soft porno, horror e quant’altro.
Già coi precedenti “Posta da far male”, “bombe al nepal missili all’india” e “Funzione linguistica avanzata” mi stavo indirizzando verso questi lidi. “La morte è come sempre” estremizza ulteriormente le atmosfere oniriche e deliranti che accompagnano le disavventure del protagonista, figura a tratti impalpabile, dal passato avvolto nella nebbia e dal presente soffocato da una miriade di personaggi borderline che condividono con lui storie surreali, che forse sono anche le sue, magari solo in parte.
Sotto la cenere, cova comunque un profondo disagio, che non esplode come ai tempi dello Scream of consciousness ma si limita a fungere da rumore di sottofondo, giusto una piccola ma insistente turbativa ad una routine peraltro assai sopra le righe.
Leggendo questo romanzo si ride, si piange, si rabbrividisce, si pensa. E soprattutto si gode dell’ennesimo capolavoro del più grande scrittore vivente!
Per ulteriori dettagli, vi rimando alla nota di edizione, anch’essa scaricabile dal sito. Ed alla lettura del romanzo, naturalmente! Ne vale la pena, fidatevi!
giovedì 8 maggio 2014
martedì 15 ottobre 2013
"Funzione linguistica avanzata" - Il mio nuovo romanzo!
È tempo di un nuovo romanzo! Da oggi, sul sito http://www.ljuboungherelli.it è infatti disponibile “Funzione linguistica avanzata”. Scaricamento libero con licenza Creative Commons.
Con questo lavoro sono andato a riproporre alcune delle tematiche centrali della mia intera opera, però con un taglio diverso rispetto al passato.
Una storia che vive di contraddizioni, di improvvise ed impreviste svolte che si susseguono a ritmi frenetici, in uno scenario gremito di surreale assurdità, metabolizzata come fosse ordinaria amministrazione. Pian piano, vengono a galla la perdita dell’innocenza, l’ambiguità sessuale, l’ipocrisia ed i compromessi nelle relazioni sociali, in un torbido crescendo che scompagina le apparenti certezze iniziali.
Il giovane professore che domina la ribalta è senz’altro uno dei miei personaggi più affascinanti e meglio elaborati, e con sorprendente leggerezza si destreggia lungo coordinate sostanzialmente fosche.
“Funzione linguistica avanzata” è un romanzo molto divertente e al contempo molto doloroso. L’esplorazione del lato oscuro è ben presente, ma è parimenti solcata da una nonchalance che condiziona l’intera narrazione, dall’incipit tranquillo ma caracollante al finale spietato ma paradossalmente lieve e “positivo”.
La lettura sarebbe d’uopo per quelle grandi masse alle quali ho sempre cercato di comunicare, e che mai hanno recepito il mio messaggio. Temo sarà così anche stavolta. D’altronde, il mondo va avanti anche senza di me.
Resto il più grande scrittore vivente. Non devo dimostrare niente a nessuno. Sforzatevi di considerare questa mia insistenza a scrivere come un atto d’Amore. Il più puro che esista, quello di chi si dà senza pretendere nulla in cambio. Se mi volete, io ci sarò sempre. Le mie pagine più belle sono a vostra completa disposizione.
Con questo lavoro sono andato a riproporre alcune delle tematiche centrali della mia intera opera, però con un taglio diverso rispetto al passato.
Una storia che vive di contraddizioni, di improvvise ed impreviste svolte che si susseguono a ritmi frenetici, in uno scenario gremito di surreale assurdità, metabolizzata come fosse ordinaria amministrazione. Pian piano, vengono a galla la perdita dell’innocenza, l’ambiguità sessuale, l’ipocrisia ed i compromessi nelle relazioni sociali, in un torbido crescendo che scompagina le apparenti certezze iniziali.
Il giovane professore che domina la ribalta è senz’altro uno dei miei personaggi più affascinanti e meglio elaborati, e con sorprendente leggerezza si destreggia lungo coordinate sostanzialmente fosche.
“Funzione linguistica avanzata” è un romanzo molto divertente e al contempo molto doloroso. L’esplorazione del lato oscuro è ben presente, ma è parimenti solcata da una nonchalance che condiziona l’intera narrazione, dall’incipit tranquillo ma caracollante al finale spietato ma paradossalmente lieve e “positivo”.
La lettura sarebbe d’uopo per quelle grandi masse alle quali ho sempre cercato di comunicare, e che mai hanno recepito il mio messaggio. Temo sarà così anche stavolta. D’altronde, il mondo va avanti anche senza di me.
Resto il più grande scrittore vivente. Non devo dimostrare niente a nessuno. Sforzatevi di considerare questa mia insistenza a scrivere come un atto d’Amore. Il più puro che esista, quello di chi si dà senza pretendere nulla in cambio. Se mi volete, io ci sarò sempre. Le mie pagine più belle sono a vostra completa disposizione.
domenica 7 luglio 2013
"Conversione da coin-op" - Nuovo romanzo ristampato sul sito!
Questo giro, niente celebrazioni. L’8 luglio 2009, in un periodo per me tutt’altro che sfolgorante (ma non è una novità), usciva “Conversione da coin–op”, prima e tuttora unica pubblicazione editoriale a mio nome.
Oggi, 7 luglio 2013, in anticipo sui tempi, “Conversione da coin–op” torna a vedere la luce sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it, liberamente scaricabile con licenza Creative Commons.
Della sfortunata stagione che mi portò a pubblicare con una casa editrice, serbo svariati brutti ricordi (non tutti beninteso legati al libro) ed episodi più edificanti che mi hanno aperto alcune strade di lì a poco.
Ad ogni modo, il processo di ristampa digitale del mio catalogo può ritenersi chiuso. Tutte le opere del periodo 2001–2008 sono online, disponibili per il free download. A far loro compagnia, i tre lavori prodotti nella mia nuova vita artistica, quella dell’ennesima rinascita dalle ceneri.
A dispetto di qualche difetto strutturale (specie nelle battute finali), considero “Conversione da coin–op” uno dei miei romanzi più significativi. Personalmente, lo inserisco nella rosa dei “fantastici quattro”, e mi emoziona tuttora rileggere certe pagine.
La delicata e sobria storia d’amore su cui fa perno la trama è contornata da tutti gli ingredienti che hanno contribuito a rendere immortale la cosiddetta “periferia esistenziale”: c’è il lancinante senso di alienazione, disperazione e inadeguatezza dei protagonisti, segnati dal passato e oppressi da un presente senza sbocchi; c’è il lato surreale, con un’irresistibile galleria di personaggi e situazioni fuori controllo! C’è angoscia, ma c’è anche tanta voglia di vivere e di non lasciarsi trascinare nel gorgo.
La revisione definitiva di “Conversione da coin–op”, approntata sul finire del 2012, poco prima di dedicarmi alla stesura di “bombe al nepal missili all’india”, riporta il romanzo alle proprie origini, cioè agli inizi del 2006, dove viceversa le scelte di editing per la pubblicazione cartacea avevano oltremodo snaturato la mia scrittura.
Non sta certo a me giudicare da che parte stia la ragione. Resta il fatto che ho aperto il mio sito ufficiale proprio per staccarmi dalle logiche editoriali, con troppe persone che si arrogano il diritto di dire al più grande scrittore vivente cosa va bene e cosa invece no. Pertanto, ripubblico più che volentieri il mio “Conversione da coin–op”. Quello edito nel 2009 può benissimo essere migliore, ma non esito ad affermare che si rasenta l’apocrifo. Per lunghi tratti, stento a riconoscere il mio stile nelle pagine di quel libro.
In conclusione, dovrei esplicitamente esortarvi alla lettura. Ma, se siete arrivati fin qui senza uno straccio di curiosità nei confronti di “Conversione da coin–op”, forse è meglio che vi dedichiate ad altro. Problemi vostri, non miei!
Oggi, 7 luglio 2013, in anticipo sui tempi, “Conversione da coin–op” torna a vedere la luce sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it, liberamente scaricabile con licenza Creative Commons.
Della sfortunata stagione che mi portò a pubblicare con una casa editrice, serbo svariati brutti ricordi (non tutti beninteso legati al libro) ed episodi più edificanti che mi hanno aperto alcune strade di lì a poco.
Ad ogni modo, il processo di ristampa digitale del mio catalogo può ritenersi chiuso. Tutte le opere del periodo 2001–2008 sono online, disponibili per il free download. A far loro compagnia, i tre lavori prodotti nella mia nuova vita artistica, quella dell’ennesima rinascita dalle ceneri.
A dispetto di qualche difetto strutturale (specie nelle battute finali), considero “Conversione da coin–op” uno dei miei romanzi più significativi. Personalmente, lo inserisco nella rosa dei “fantastici quattro”, e mi emoziona tuttora rileggere certe pagine.
La delicata e sobria storia d’amore su cui fa perno la trama è contornata da tutti gli ingredienti che hanno contribuito a rendere immortale la cosiddetta “periferia esistenziale”: c’è il lancinante senso di alienazione, disperazione e inadeguatezza dei protagonisti, segnati dal passato e oppressi da un presente senza sbocchi; c’è il lato surreale, con un’irresistibile galleria di personaggi e situazioni fuori controllo! C’è angoscia, ma c’è anche tanta voglia di vivere e di non lasciarsi trascinare nel gorgo.
La revisione definitiva di “Conversione da coin–op”, approntata sul finire del 2012, poco prima di dedicarmi alla stesura di “bombe al nepal missili all’india”, riporta il romanzo alle proprie origini, cioè agli inizi del 2006, dove viceversa le scelte di editing per la pubblicazione cartacea avevano oltremodo snaturato la mia scrittura.
Non sta certo a me giudicare da che parte stia la ragione. Resta il fatto che ho aperto il mio sito ufficiale proprio per staccarmi dalle logiche editoriali, con troppe persone che si arrogano il diritto di dire al più grande scrittore vivente cosa va bene e cosa invece no. Pertanto, ripubblico più che volentieri il mio “Conversione da coin–op”. Quello edito nel 2009 può benissimo essere migliore, ma non esito ad affermare che si rasenta l’apocrifo. Per lunghi tratti, stento a riconoscere il mio stile nelle pagine di quel libro.
In conclusione, dovrei esplicitamente esortarvi alla lettura. Ma, se siete arrivati fin qui senza uno straccio di curiosità nei confronti di “Conversione da coin–op”, forse è meglio che vi dedichiate ad altro. Problemi vostri, non miei!
giovedì 18 aprile 2013
"bombe al nepal missili all'india" - Il mio nuovo romanzo!
Ho fatto tredici!
Non al totocalcio, bensì nella mia pregiata bibliografia. Sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it viene infatti pubblicato oggi “bombe al nepal missili all’india”, il mio tredicesimo romanzo propriamente detto.
Si potrebbe disquisire sul fatto che sia effettivamente il tredicesimo e non il quattordicesimo o addirittura il quindicesimo, ma non m’interessa e dubito possa interessare ad altri.
Ad ogni modo, il nuovo percorso intrapreso dacché ho deciso di rimettermi a scrivere dopo anni di nulla, mi ha portato alla redazione di un romanzo strettamente collegato al periodo storico che stiamo vivendo. Quasi un instant book, una satira amara sulla crisi non solo economica, ma anche di valori, che impera di questi tempi. Un tentativo di squarciare la soffocante mediocrità che opprime i personaggi del romanzo al pari di tantissime altre persone; il tutto filtrato attraverso il mio sguardo assai poco consolatorio, benché non disfattista e anzi propenso al cambiamento ed al rimettersi di continuo in discussione.
Poca periferia esistenziale, zero Scream of consciousness, campo libero ad uno stile secco e al contempo vivido, che recupera alcune peculiarità del mio passato ma senza pagar loro eccessivo dazio. Per ulteriori delucidazioni in merito, il consiglio è sempre il medesimo: consultate la nota di edizione, liberamente scaricabile con licenze Creative Commons, assieme al romanzo ed alla sua copertina, risplendente delle fantastiche immagini donatemi da Monique “honeybird” Mizrahi, che ringrazio per avermi concesso questo enorme privilegio. Visitate il sito http://www.honeybird.net per saperne di più su questa meravigliosa artista.
In conclusione, ecco ciò che ha da offrirvi il più grande scrittore vivente nel 2013: non più storie traboccanti angosciosi tormenti interiori, ma racconti qualitativamente altrettanto validi, nel segno di un’evoluzione che non conosce soste! E già non vedo l’ora di raccogliere la prossima sfida! Non so se ci sarà un nuovo romanzo nel corso dell’annata, però non me ne starò certo con le mani in mano: ormai la mia attività è ripresa a pieno regime e voglio capitalizzare l’insperato rush creativo tornato finalmente a farmi visita.
Se tutto questo riuscirà a toccarvi e portarvi ad incrociare la mia strada, ne sarò felice. Viceversa, al solito, il problema è vostro e non mio!
Non al totocalcio, bensì nella mia pregiata bibliografia. Sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it viene infatti pubblicato oggi “bombe al nepal missili all’india”, il mio tredicesimo romanzo propriamente detto.
Si potrebbe disquisire sul fatto che sia effettivamente il tredicesimo e non il quattordicesimo o addirittura il quindicesimo, ma non m’interessa e dubito possa interessare ad altri.
Ad ogni modo, il nuovo percorso intrapreso dacché ho deciso di rimettermi a scrivere dopo anni di nulla, mi ha portato alla redazione di un romanzo strettamente collegato al periodo storico che stiamo vivendo. Quasi un instant book, una satira amara sulla crisi non solo economica, ma anche di valori, che impera di questi tempi. Un tentativo di squarciare la soffocante mediocrità che opprime i personaggi del romanzo al pari di tantissime altre persone; il tutto filtrato attraverso il mio sguardo assai poco consolatorio, benché non disfattista e anzi propenso al cambiamento ed al rimettersi di continuo in discussione.
Poca periferia esistenziale, zero Scream of consciousness, campo libero ad uno stile secco e al contempo vivido, che recupera alcune peculiarità del mio passato ma senza pagar loro eccessivo dazio. Per ulteriori delucidazioni in merito, il consiglio è sempre il medesimo: consultate la nota di edizione, liberamente scaricabile con licenze Creative Commons, assieme al romanzo ed alla sua copertina, risplendente delle fantastiche immagini donatemi da Monique “honeybird” Mizrahi, che ringrazio per avermi concesso questo enorme privilegio. Visitate il sito http://www.honeybird.net per saperne di più su questa meravigliosa artista.
In conclusione, ecco ciò che ha da offrirvi il più grande scrittore vivente nel 2013: non più storie traboccanti angosciosi tormenti interiori, ma racconti qualitativamente altrettanto validi, nel segno di un’evoluzione che non conosce soste! E già non vedo l’ora di raccogliere la prossima sfida! Non so se ci sarà un nuovo romanzo nel corso dell’annata, però non me ne starò certo con le mani in mano: ormai la mia attività è ripresa a pieno regime e voglio capitalizzare l’insperato rush creativo tornato finalmente a farmi visita.
Se tutto questo riuscirà a toccarvi e portarvi ad incrociare la mia strada, ne sarò felice. Viceversa, al solito, il problema è vostro e non mio!
martedì 5 febbraio 2013
"Ali bye bye" - Nuovo romanzo ristampato sul sito!
Le tessere del mosaico sono quasi tutte al loro posto.
Oggi, sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it viene pubblicato “Ali bye bye”, uno dei due romanzi che finora non erano disponibili online. Manca poco, poi il mio catalogo sarà disponibile nella sua interezza, liberamente scaricabile con licenze Creative Commons.
Scritto tra agosto e settembre 2008, in un periodo assai intenso della mia vita, “Ali bye bye” rappresenta l’abrasivo epilogo dello Scream of consciousness. Un epilogo non certo in sordina. Un grido lancinante, spaventoso, si libra nel corso del romanzo. Un’aggressione frontale che non ha eguali, un’escalation di violenza che ad ogni pagina intende colpire il lettore come un cognacchino assestato a tutta forza contro il muscolo quadricipite della coscia.
Al solito, non mi dilungo in questa sede, ma vi invito, per maggiori delucidazioni, a consultare la nota di edizione, anch’essa scaricabile dal sito.
Personalmente, ritengo “Ali bye bye” una vetta difficile da eguagliare, per quanto riguarda le tematiche prese in considerazione, specie nell’ultimo periodo di quella mia fase creativa.
Un po’ per caso, un po’ per effettiva corrispondenza con quanto mi stava capitando, i colori plumbei di “Benvenuti nella chiesa del rumore”, “Figure gemellari verso l’altro” e “Ali bye bye” marciano di pari passo col senso di confusione e smarrimento del biennio 2007–2008. La lunga pausa seguita al completamento di “Figure gemellari verso l’altro”, fu riempita da un turbinio di eventi che nel bene e nel male sconquassò la mia vita. In mezzo, sopraggiunse il mio ritorno in attività dopo sedici mesi, per l’appunto con “Ali bye bye”. A quel punto, credevo e speravo d’essermi lasciato alle spalle molte tribolazioni patite nei mesi precedenti, e d’esser pronto ad assaporare nuove esperienze. Naturalmente, andò in tutt’altro modo...
Già allora, infatti, la situazione iniziava a scricchiolare. Ben presto, sarei precipitato in un buco nero, sia personale sia artistico, che di fatto mi ha tenuto in ostaggio fino ai primi mesi del 2011, allorquando ho trovato le necessarie condizioni per riprendere a scrivere.
Il mio 2013 inizia oggi! La data non è casuale, essendo quella che mi ha visto nascere trentaquattro anni fa. Ad ogni modo, ancora pochi mesi e il mio sito conterrà tutto. Dai magniloquenti esordi della periferia esistenziale, ai formidabili lavori creati a metà dello scorso decennio, fino agli esperimenti letterari più recenti. Chi avesse qualche residuo dubbio sul mio status di più grande scrittore vivente, potrà fugarlo senza problemi mediante la lettura di uno qualsiasi dei capolavori che lascio ai posteri, ivi compresi quelli che ancora hanno da venire...
Oggi, sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it viene pubblicato “Ali bye bye”, uno dei due romanzi che finora non erano disponibili online. Manca poco, poi il mio catalogo sarà disponibile nella sua interezza, liberamente scaricabile con licenze Creative Commons.
Scritto tra agosto e settembre 2008, in un periodo assai intenso della mia vita, “Ali bye bye” rappresenta l’abrasivo epilogo dello Scream of consciousness. Un epilogo non certo in sordina. Un grido lancinante, spaventoso, si libra nel corso del romanzo. Un’aggressione frontale che non ha eguali, un’escalation di violenza che ad ogni pagina intende colpire il lettore come un cognacchino assestato a tutta forza contro il muscolo quadricipite della coscia.
Al solito, non mi dilungo in questa sede, ma vi invito, per maggiori delucidazioni, a consultare la nota di edizione, anch’essa scaricabile dal sito.
Personalmente, ritengo “Ali bye bye” una vetta difficile da eguagliare, per quanto riguarda le tematiche prese in considerazione, specie nell’ultimo periodo di quella mia fase creativa.
Un po’ per caso, un po’ per effettiva corrispondenza con quanto mi stava capitando, i colori plumbei di “Benvenuti nella chiesa del rumore”, “Figure gemellari verso l’altro” e “Ali bye bye” marciano di pari passo col senso di confusione e smarrimento del biennio 2007–2008. La lunga pausa seguita al completamento di “Figure gemellari verso l’altro”, fu riempita da un turbinio di eventi che nel bene e nel male sconquassò la mia vita. In mezzo, sopraggiunse il mio ritorno in attività dopo sedici mesi, per l’appunto con “Ali bye bye”. A quel punto, credevo e speravo d’essermi lasciato alle spalle molte tribolazioni patite nei mesi precedenti, e d’esser pronto ad assaporare nuove esperienze. Naturalmente, andò in tutt’altro modo...
Già allora, infatti, la situazione iniziava a scricchiolare. Ben presto, sarei precipitato in un buco nero, sia personale sia artistico, che di fatto mi ha tenuto in ostaggio fino ai primi mesi del 2011, allorquando ho trovato le necessarie condizioni per riprendere a scrivere.
Il mio 2013 inizia oggi! La data non è casuale, essendo quella che mi ha visto nascere trentaquattro anni fa. Ad ogni modo, ancora pochi mesi e il mio sito conterrà tutto. Dai magniloquenti esordi della periferia esistenziale, ai formidabili lavori creati a metà dello scorso decennio, fino agli esperimenti letterari più recenti. Chi avesse qualche residuo dubbio sul mio status di più grande scrittore vivente, potrà fugarlo senza problemi mediante la lettura di uno qualsiasi dei capolavori che lascio ai posteri, ivi compresi quelli che ancora hanno da venire...
giovedì 13 dicembre 2012
"Galvanoterapia in quattro quarti" - Il mio nuovo, doppio romanzo!
In tutti questi anni, inutile stare a girarci intorno, tanto la mia vita quanto la mia carriera di scrittore, sono trascorse nell’indifferenza generale.
Così era dieci anni fa, quando, il 13 dicembre 2002, completai il mio terzo romanzo, “GT {Galvanoterapia}”. Ero svuotato di energie ed entusiasmo, nessuno ne voleva sapere di me né delle cose che scrivevo, che a me parevano così belle e ricche di qualità e passione. Avevo deciso di piantarla lì e non scrivere più, soprattutto per risparmiarmi rifiuti, silenzi, amarezze e incazzature. Poi, invece, ho ripreso a scrivere e ad incamerare rifiuti, silenzi, amarezze e incazzature. Quando si dice perseverare diabolicum…
Oggi, sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it ho pubblicato un nuovo romanzo. Un doppio romanzo. Si chiama “Galvanoterapia in quattro quarti” e, come il titolo suggerisce, presenta due ulteriori capitoli di un racconto iniziato proprio in quegli ultimi giorni del 2002, e proseguito nel 2006, con la riscrittura di “GT {Galvanoterapia}” e l’aggiunta di un testo inedito, noto semplicemente come “Galvanoterapia” e ristampato in digitale nel settembre 2011.
Il primo volume di questa nuova raccolta è stato scritto tra settembre 2007 e luglio 2008, mentre il secondo risale allo scorso gennaio, quando, in appena diciassette giorni, andavo a completare un testo inedito dopo oltre tre anni di sterilità artistica, mentre la stesura di “Posta da far male” annaspava pericolosamente, e solo a maggio ne sarei venuto a capo.
Nei miei scritti ho sempre parlato di me narrando storie di altri. Di contro, nella saga di “Galvanoterapia”, la figura del protagonista è pedissequamente ricalcata su quella del suo creatore, e rispecchia in totale fedeltà il percorso esistenziale che ho affrontato nel corso degli anni: dall’irrequietezza post–adolescenziale del 2002, passando per le vicissitudini, sempre tormentate ma affrontate con più distacco e leggerezza, del periodo 2006–2008, fino alla parvenza di maturità che ritengo d’aver raggiunto in quest’inizio di decennio.
Tutto ciò, mettendomi pesantemente in gioco, specie a livello emotivo, giacché, viceversa, le vicende raccontate nei quattro romanzi sono per lo più frutto di fantasia.
Resto convinto che uno scrittore debba comunque restare “dietro” e non sovrapporsi alle proprie creazioni. Non ho mai voluto essere il protagonista dei miei romanzi, preferisco raccontare storie, e se possibile comunicare emozioni a chi le legge. Nello specifico, i vari episodi di “Galvanoterapia” sono uno spaccato di vita, non necessariamente la mia, e hanno una loro forza vibrante ben al di là di una “autobiografia del nulla” che chiunque potrebbe pastrocchiare sulle proprie elucubrazioni, senza imprimervi alcuno spessore artistico.
Anthony Cubizzari è un personaggio interessante, complesso, in un moto perpetuo alla ricerca di qualcosa, e l’universo che in un certo senso gli ruota attorno è altrettanto ricco di sfumature e curiosità. È una figura che vive di luce propria in un contesto narrativo credibile, non il frutto delle seghe mentali dello sfigato di turno che si trastulla sul suo blog condominiale.
Al solito, “Galvanoterapia in quattro quarti” è liberamente scaricabile con licenza Creative Commons. Se qualcuno avrà voglia di leggerlo, ne sarò felice. Se altresì perdurerà l’indifferenza, beh, ormai ci sono abituato e peraltro ho smesso già da parecchio di curarmene, non è più un problema mio. I conti con la mia coscienza li ho fatti. Da questo punto di vista almeno, sto bene.
Devo ricordarvi che sono il più grande scrittore vivente? Tutto il resto conta il giusto.
Così era dieci anni fa, quando, il 13 dicembre 2002, completai il mio terzo romanzo, “GT {Galvanoterapia}”. Ero svuotato di energie ed entusiasmo, nessuno ne voleva sapere di me né delle cose che scrivevo, che a me parevano così belle e ricche di qualità e passione. Avevo deciso di piantarla lì e non scrivere più, soprattutto per risparmiarmi rifiuti, silenzi, amarezze e incazzature. Poi, invece, ho ripreso a scrivere e ad incamerare rifiuti, silenzi, amarezze e incazzature. Quando si dice perseverare diabolicum…
Oggi, sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it ho pubblicato un nuovo romanzo. Un doppio romanzo. Si chiama “Galvanoterapia in quattro quarti” e, come il titolo suggerisce, presenta due ulteriori capitoli di un racconto iniziato proprio in quegli ultimi giorni del 2002, e proseguito nel 2006, con la riscrittura di “GT {Galvanoterapia}” e l’aggiunta di un testo inedito, noto semplicemente come “Galvanoterapia” e ristampato in digitale nel settembre 2011.
Il primo volume di questa nuova raccolta è stato scritto tra settembre 2007 e luglio 2008, mentre il secondo risale allo scorso gennaio, quando, in appena diciassette giorni, andavo a completare un testo inedito dopo oltre tre anni di sterilità artistica, mentre la stesura di “Posta da far male” annaspava pericolosamente, e solo a maggio ne sarei venuto a capo.
Nei miei scritti ho sempre parlato di me narrando storie di altri. Di contro, nella saga di “Galvanoterapia”, la figura del protagonista è pedissequamente ricalcata su quella del suo creatore, e rispecchia in totale fedeltà il percorso esistenziale che ho affrontato nel corso degli anni: dall’irrequietezza post–adolescenziale del 2002, passando per le vicissitudini, sempre tormentate ma affrontate con più distacco e leggerezza, del periodo 2006–2008, fino alla parvenza di maturità che ritengo d’aver raggiunto in quest’inizio di decennio.
Tutto ciò, mettendomi pesantemente in gioco, specie a livello emotivo, giacché, viceversa, le vicende raccontate nei quattro romanzi sono per lo più frutto di fantasia.
Resto convinto che uno scrittore debba comunque restare “dietro” e non sovrapporsi alle proprie creazioni. Non ho mai voluto essere il protagonista dei miei romanzi, preferisco raccontare storie, e se possibile comunicare emozioni a chi le legge. Nello specifico, i vari episodi di “Galvanoterapia” sono uno spaccato di vita, non necessariamente la mia, e hanno una loro forza vibrante ben al di là di una “autobiografia del nulla” che chiunque potrebbe pastrocchiare sulle proprie elucubrazioni, senza imprimervi alcuno spessore artistico.
Anthony Cubizzari è un personaggio interessante, complesso, in un moto perpetuo alla ricerca di qualcosa, e l’universo che in un certo senso gli ruota attorno è altrettanto ricco di sfumature e curiosità. È una figura che vive di luce propria in un contesto narrativo credibile, non il frutto delle seghe mentali dello sfigato di turno che si trastulla sul suo blog condominiale.
Al solito, “Galvanoterapia in quattro quarti” è liberamente scaricabile con licenza Creative Commons. Se qualcuno avrà voglia di leggerlo, ne sarò felice. Se altresì perdurerà l’indifferenza, beh, ormai ci sono abituato e peraltro ho smesso già da parecchio di curarmene, non è più un problema mio. I conti con la mia coscienza li ho fatti. Da questo punto di vista almeno, sto bene.
Devo ricordarvi che sono il più grande scrittore vivente? Tutto il resto conta il giusto.
martedì 16 ottobre 2012
"Quarto foglio protocollo" - Nuovo romanzo ristampato sul sito!
Ah, come scrivevo bene nel 2002… Ok, l’ho ripetuto alla nausea, non sono la stessa persona di dieci anni fa, non voglio fare le medesime cose all’infinito. Dubito ne sarei in grado, peraltro. Non è solo un problema di ispirazione; c’entra anche e soprattutto la mia capacità di concentrarmi. In quegli irripetibili diciotto mesi, tra giugno 2001 e dicembre 2002, potevo stare senza problemi sei, otto, talvolta persino dieci ore filate davanti al computer a scrivere. Ciò mi è ormai impossibile, già da parecchi anni, è un problema con cui ho imparato a convivere. Faccio di necessità virtù e credo sinceramente che la qualità dei romanzi più recenti non risenta della mia minore produttività.
Fatto sta che il mio sito ufficiale è nato in primis per autocelebrarmi! Dunque, ben venga la divulgazione dell’intero mio catalogo letterario, comprese le cose più vecchie, quantunque distanti anni luce da ciò che sono adesso, come artista e come persona.
Oggi, tanto per dire, è il decimo anniversario del completamento di “Quarto foglio protocollo”, il mio secondo romanzo. Per festeggiare la ricorrenza, sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it è possibile scaricarlo liberamente con licenza Creative Commons. E leggerlo, s’intende.
“Quarto foglio protocollo” è il “romanzo gemello” di “Focolaio del treno”, nonché il suo antefatto. L’atmosfera è meno claustrofobica, i protagonisti più giovani e la storia più dinamica. Non mancano comunque parti introspettive che, meno strazianti e sofferte rispetto agli anni successivi, allorquando lo “Scream of consciousness” avrebbe deflagrato con una potenza lancinante, occupano egualmente un posto di primo piano all’interno del romanzo.
Al solito, vi risparmio in questa sede ulteriori dettagli. Vi rimando eventualmente alla nota di edizione, anch’essa scaricabile dal sito.
Mi rendo conto di starvi proponendo una sfida ardua, con un testo dalla mole imponente e dalla prosa tutt’altro che lineare. Tuttavia, se vi va di accettarla, non dubito ne trarrete notevole soddisfazione. Pertanto, buona lettura!
Fatto sta che il mio sito ufficiale è nato in primis per autocelebrarmi! Dunque, ben venga la divulgazione dell’intero mio catalogo letterario, comprese le cose più vecchie, quantunque distanti anni luce da ciò che sono adesso, come artista e come persona.
Oggi, tanto per dire, è il decimo anniversario del completamento di “Quarto foglio protocollo”, il mio secondo romanzo. Per festeggiare la ricorrenza, sul mio sito ufficiale http://www.ljuboungherelli.it è possibile scaricarlo liberamente con licenza Creative Commons. E leggerlo, s’intende.
“Quarto foglio protocollo” è il “romanzo gemello” di “Focolaio del treno”, nonché il suo antefatto. L’atmosfera è meno claustrofobica, i protagonisti più giovani e la storia più dinamica. Non mancano comunque parti introspettive che, meno strazianti e sofferte rispetto agli anni successivi, allorquando lo “Scream of consciousness” avrebbe deflagrato con una potenza lancinante, occupano egualmente un posto di primo piano all’interno del romanzo.
Al solito, vi risparmio in questa sede ulteriori dettagli. Vi rimando eventualmente alla nota di edizione, anch’essa scaricabile dal sito.
Mi rendo conto di starvi proponendo una sfida ardua, con un testo dalla mole imponente e dalla prosa tutt’altro che lineare. Tuttavia, se vi va di accettarla, non dubito ne trarrete notevole soddisfazione. Pertanto, buona lettura!
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